Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/331

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

ho toccato né vostro padre né vostra madre. Non so in che cosa vi ho offeso.

— Basta, basta, Ivan Nikiforovic!

— In nome di Dio, io non vi ho offeso, Ivan Ivanovic!

— È strano che finora le quaglie non vengano al fischio.

— Pensate come vi pare, come piú vi piace, ma io non vi ho offeso in niente.

— Non capisco perché non vengono — continuò Ivan Ivanovic, fingendo di non udire Ivan Nikiforovic: — forse la stagione non è ancora matura... e pure la stagione pare che sia quella che deve essere.

— Dite che il grano è bello?

— Grano magnifico, meraviglioso!

Seguí un momento di silenzio.

— Come va, Ivan Nikiforovic, che mettete all’aria i vestiti? — disse finalmente Ivan Ivanovic.

— Già, un bel vestito, quasi nuovo, me lo ha fatto sciupare quella vecchia maledetta; ora gli faccio prendere aria; è panno fine, di ottima qualità; basta rivoltarlo, e si può portarlo ancora come nuovo.

— Mi è piaciuta molto una cosina, Ivan Nikiforovic.

— Quale?


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