Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/148

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tacolo dilettevole, ma lontano dalla buona Commedia. Il primo inventore di questa novità incantatrice è stato Gabriele Costantini, che sosteneva il personaggio dell’Arlecchino, ed era al servizio della Corte di Napoli.

Secondo Zanni, cioè l’Arlecchino, Antonio Costantini, Nipote del sopraddetto Gabriele. Non valeva egli gran cosa nel suo personaggio; ma aveva degli adornamenti, che attiravano il basso popolo. Era gran saltatore, e giocava mirabilmente sopra la corda.

Quest’era tutta la Compagnia, aggiuntavi la brava Agnese, di cui ho parlato nell’antecedente mia prefazione. Ella era destinata per gl’Intermezzi; e la sua bella voce, chiara e sonora, e la sua vivacità e prontezza, quantunque niente sapesse ella pure di Musica, la faceano ammirare e piacere.

Anche le due figliuole dell’Imer, Marianna e Teresa, cantavano qualche volta in Teatro, ed erano riuscite assai bene in una comica rappresentazione per Musica, intitolata Mestre e Malghera, Componimento del Signor Antonio Gori Avvocato Veneto, posto in musica dal Signor Salvator Appolonj, barbiere e suonator di violino.

Due erano in quel tempo le Compagnie de’ Comici di Venezia, le quali poi si moltiplicarono sino a cinque in un anno. La Compagnia del Teatro di S. Luca, della nobile famiglia de’ Vendramini, passava per la migliore. Infatti le quattro Maschere erano eccellenti. Il famoso Garelli Pantalone, il bravo Campioni Fichetto, il graziosissimo Cattoli Traccagnino: l'erudita Eularia moglie di Pompilio Mitti prima Donna, il gentile Amoroso Bernardo Vulcani, e lo strepitoso Argante, uniti ad altri Personaggi di mediocre valore, rappresentavano le Commedie dell’arte con tutta quella perfezione, della quale erano capaci le Commedie di cotal genere. La Compagnia di S. Samuele si sosteneva colle Tragedie, coi Drammi del Metastasio e cogl’Intermezzi; ma la buona Commedia non erasi ancora introdotta nè in Venezia, nè in alcun altro paese d’Italia.

Il Fagiuoli faceva recitare a Firenze da dilettanti le sue Commedie in lingua fiorentina, le quali non passarono i confini della


Toscana;