Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/47

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innanzi il tempo e senza di lui saputa, partito da Rimini e da pochi giorni in casa sua ricovrato? E superfluo il dire quali fossero i suoi rimproveri e le sue correzioni; dirò piuttosto per qual motivo e con quale occasione partii da Rimini ed a Chiozza mi trasportai.

Giunse nella città, dov’io era, una Compagnia di cattivi Comici a rappresentare le loro triste Commedie. Andai al Teatro la prima sera, mi parve un zucchero e non avea più cuore d’abbandonarli. M’introdussi a poco a poco sul palco, contrassi qualche amicizia con quelle cortesi Donne, comunicai ad esse il mio genio Comico, mi chiesero dei Dialoghi, dei Soliloqui; ed io ogni sera andava provveduto di fogli scritti, che mi venivano ricompensati con gentilezze e con libero ingresso alla Porta, nella Platea, sul Palco e nelle loro case particolari. Ciò rincresceva al mio ospite e mio custode, che non mancava di ammonirmi e rimproverarmi; ed io con una Filosofia, che non avea imparata alle scuole, soffriva in pace i rimbrotti e seguitava a fare a mio modo. Frattanto giunsero i Commedianti al termine delle loro recite; si disponevano alla partenza, ed io mi sentiva portar via il cuore. Si avevan eglino ad imbarcar per Venezia, sapevano ch’io aveva la casa in Chiozza, connobbero la mia debolezza, mi esibirono di condurmi colà nella loro barca. Accettai il partito, mi congedai dal mio albergatore, poco di me soddisfatto, e diedi un addio per sempre alla stucchevole, scolastica Filosofia.

L’amico di Rimini scrisse lettere poco a me favorevoli al mio Genitore, ma egli non era in Chiozza, e la Madre tenera ed amorosa mi accolse pietosamente e mi compatì.

Coll’occasione ch’io sbarcare doveva, sbarcarono i Commedianti ancora, e veduti passeggiar colle loro Donne, fu loro fatto il progetto di trattenersi per venti recite in quel Paese. Accettarono essi il partito, ed io ebbi la bella sorte di non perdere il mio prediletto divertimento.

Giunse frattanto, com’io diceva, mio Padre, e fattomi il complimento ch’io meritava, mi allontanò da’ Comici e diede alle fiamme tutti quegli originali preziosi, che potè ritrovare da me composti per un cattivo Teatro.

b Io