Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/626

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568 ATTO PRIMO


Pantalone. Ma e mo, la xe finia. Schiavo, siori. (vuol partire)

Beatrice. Udite... (a Pantalone)

Pantalone. Sè mario e muggier. (partendo)

Clarice. Piuttosto... (a Pantalone)

Pantalone. Stassera la descorreremo. (parte)

SCENA XXII.

Beatrice e Clarice.

Clarice. Ah, signora Beatrice, esco da un affanno per entrare in un altro.

Beatrice. Abbiate pazienza. Tutto può succedere, fuor ch’io vi sposi.

Clarice. E se Silvio mi crede infedele?

Beatrice. Durerà per poco l’inganno.

Clarice. Se gli potessi svelare la verità...

Beatrice. Io non vi disimpegno dal giuramento.

Clarice. Che devo fare dunque?

Beatrice. Soffrire un poco.

Clarice. Dubito che sia troppo penosa una tal sofferenza.

Beatrice. Non dubitate, che dopo i timori, dopo gli affanni, riescono più graditi gli amorosi contenti. (parte)

Clarice. Non posso lusingarmi di provar i contenti, finchè mi vedo circondata da pene. Ah, pur troppo egli è vero: in questa vita per lo più o si pena, o si spera, e poche volte si gode. (parte)

Fine dell'Atto Primo.