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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/358

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346 ATTO SECONDO

Doralice. Perchè siete parziale della signora suocera.

Cavaliere. Io son servitore vostro. Ma vorrei vedervi quieta e contenta.

Doralice. Una delle due: o siete per me, o siete per lei.

Cavaliere. Da cavaliere, ch’io sono per voi.

Doralice. Se siete con me, non mi avete da contraddire.

Cavaliere. Dirò tutto quello che dite voi.

Dottore. Fra mia suocera e me, chi ha ragione?

Cavaliere. Voi.

Doralice. Chi è l’offesa?

Cavaliere. Voi.

Doralice. Chi ha da pretendere risarcimento?

Cavaliere. Voi.

Dottore. Chi ha da cedere?

Cavaliere. Voi...

Doralice. Io?

Cavaliere. Voi no, voleva dire...

Dottore. Ella ha da cedere.

Cavaliere. Certamente.

Doralice. Se c’incontriamo, chi ha da essere la prima a parlare?

Cavaliere. Direi...

Doralice. Come più vecchia, non la posso nemmeno salutare?

Cavaliere. Si potrebbe vedere...

Doralice. Alle corte. Ella ha da essere la prima a parlarmi.

Cavaliere. Sì, lo diceva. Tocca a lei.

Doralice. L’accordate anche voi?

Cavaliere. Non posso contraddirlo.

Doralice. Quando l’accordate voi, che siete un cavaliere di garbo, son sicura di non fallare.

Cavaliere. Ma io, perdonatemi...

Doralice. Se mi parlerà con amore, io le risponderò con rispetto.

Cavaliere. Brava, bravissima. Lodo la vostra rassegnazione.

Doralice. E mi diranno poi ch’io son cattiva.

Cavaliere. Siete la più buona damina del mondo.