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116 ATTO PRIMO


messa di cento doppie fra voi e la contessa Beatrice, voi perderete la scommessa, ed ella avrà il danaro contante.

Rosaura. In questa maniera non riconoscerà da me il dono, ma dalla sorte.

Lelio. Se la cosa è prima concertata, lo riconoscerà unicamente da voi1.

Rosaura. Se si concerta così, può anche ricevere le cento doppie, senza far la scommessa.

Lelio. Signora no; ella pretende salvar con ciò la delicatezza del suo decoro.

Rosaura. Può salvarla presso di tutti gli altri, quando non lo sappiano altri che ella ed io.

Lelio. Non vuole scomparire nemmeno con voi.

Rosaura. Ma se io ho da sapere la verità!

Lelio. Non importa; le resta sempre un rimorso di meno, e ancorchè ella sia certa che la scommessa sia inventata per regalarla, ciò non ostante vanterà con voi medesima il suo bello spirito nell’aver saputo trionfare coll’opinione.

Rosaura. E qual è la scommessa che dobbiamo fare?

Lelio. La scommessa caderà sopra le ore. Voi, per esempio, direte che sono sedici. Ella dirà che sono diciassette. Si farà la scommessa; io deciderò in favore della Contessa, e voi le darete le cento doppie.

Rosaura. Benissimo, per decidere con fondamento, favorite, tenete quest orologio. (gli dà un orologio d’oro)

Lelio. Credo che il mio sarà sufficiente.

Rosaura. Non pretendo sprezzare il vostro; ma questo è uno dei migliori di Londra. Tenetelo, e state certo che non isbaglierete.

Lelio. Ve lo renderò dopo la scommessa.

Rosaura. Spero che non mi farete un simil torto.

Lelio. Donna Rosaura, voi siete troppo obbligante.

Rosaura. Un cavaliere che mi dimostra tanta parzialità, può anche

  1. Manca, ciò che qui segue, nell’ed. Bett., fino alle parole di Rosaura: E qual è la scommessa ecc.