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SCENA IV.

Dottore Malazucca e Pantalone.

Dottore. Servitor di V. S., signor Pantalone.

Pantalone. Fazzo reverenza al sior dottor Malazucca.

Dottore. Sono venuto ad incomodarvi?

Pantalone. La comandi. In cossa la possio servir?

Dottore. Il vostro servidore Brighella vi ha detto nulla?

Pantalone. El m’ha dito, che la vorria investir do mille ducati. Xe la verità?

Dottore. È verissimo. In tanti anni che faccio la professione faticosa del medico, ecco quanto mi sono avanzato, e l’ho avanzato a forza di risparmiare. Sono ormai vecchio, e invece che l’età mi faccia moltiplicar le faccende, queste mi vanno anzi mancando; perchè il mondo è pieno d’impostori; e chi opera secondo le buone regole di Galeno, non è più stimato. Pazienza: ho questi due mille ducati, vorrei investirli, e vorrei che la rendita mi bastasse per vivere.

Pantalone. Vorla far un vitalizio?

Dottore. No, non voglio perdere il capitale, mentre con questo mi faccio servire da una buona vedova, dandole speranza di lasciarglielo alla mia morte.

Pantalone. Donca come voravela far? Do mille ducati, se la li investe in depositi o in censi, i ghe renderà el quattro o el cinque per cento.

Dottore. E i censi non sono sicuri. Vorrei impiegarli senza pericolo, e vorrei un sette per cento.

Pantalone. Sarà difficile che la trova sto pro colla sicurezza.

Dottore. Mi hanno detto che i mercanti li prendono al sette, e anche all’otto per cento.

Pantalone. Qualche volta, co i ghe n’ha bisogno, pol darse.

Dottore. Voi non ne avete bisogno?

Pantalone. No ghe n’ho bisogno, ma per servirla, al sie per cento poderia darse che li tolesse.

Dottore. Il sei è poco, almeno il sei e mezzo.