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IL CONTRATTEMPO 391

Beatrice. Sono obbligata a Brighella, che mi ha fatto appigionare l’appartamento terreno.

Corallina. Oh sì, che non l’avereste appigionato a qualcheduno della città.

Beatrice. Niuno mi avrebbe dato due doppie al mese.

Corallina. Quante ne avete avute di queste doppie?

Beatrice. Sono due mesi ch’è qui; ho subito da domandar la pigione? Ho da mostrar di averne bisogno?

Corallina. Le pigioni si pagano avanti tratto. Ma so io perchè non paga.

Beatrice. Perchè?

Corallina. Perchè è uno spiantato maledetto, che non ha un soldo.

Beatrice. I fatti suoi non si sanno.

Corallina. Niuno li può sapere meglio di voi.

Beatrice. Io! Perchè?

Corallina. È un mese che gli date da mangiare a ufo.

Beatrice. Orsù, a te non tocca a entrare in ciò. O muta stile, o vattene di casa mia.

Corallina. Compatitemi; ho dell’amore per voi.

Beatrice. Picchiano. Va a vedere chi è.

Corallina. Oh signora padrona, pensateci bene.

Beatrice. Via, spicciati.

Corallina. Quando è fatta, è fatta.

Beatrice. Come? Che vorresti tu dire?

Corallina. Non vi mancheranno partiti.

Beatrice. Io non penso a rimaritarmi.

Corallina. Ne ho io per le mani...

Beatrice. Ma spicciati.

Corallina. Ma il signor Ottavio...

Beatrice. Va al diavolo.

Corallina. Non vi merita.

Beatrice. Ti do uno schiaffo.

Corallina. Vado, vado, pazienza. (mortificata s’incammina) Sì, è un ciuco di prima classe. (forte a Beatrice, poi parte)