Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/94

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84 ATTO TERZO

Giacinto. Lasciami andare.

Faccenda. Ma che vuol fare?

Giacinto. Voglio ammazzarmi.

Faccenda. Si fermi.

Giacinto. Son disperato. (si scioglie da Faccenda)

Faccenda. Aiuto, gente.

Giacinto. Va da mio padre, e digli che sarà soddisfatto.

Faccenda. Aiuto.

SCENA VII.

Madamigella Giannina e detti.

Madamigella. Che è questo?

Giacinto. Ah madamigella, andate via per carità.

Madamigella. Oh cielo! quello stile...

Faccenda. Si vuol uccidere, signora.

Madamigella. Come! un giovine della vostra sorta?...

Giacinto. Non mi tormentate.

Madamigella. Datemi quello stile. (con autorità)

Giacinto. Vi prego...

Madamigella. Indiscreto, incivile! Voglio quel ferro.

Giacinto. Ah! (getta il ferro, e vuol partire)

Madamigella. Fermatevi. (con autorità)

Giacinto. (Sì getta a sedere senza parlare, e si cuopre il volto col fazzoletto.)

Faccenda. Gran forza hanno le donne sopra gli uomini! Armano e disarmano, quando vogliono. (prende lo stile di terra, e parte)

SCENA VIII.

Madamigella Giannina e Giacinto.

Madamigella. Vergogna! La disperazione è un effetto della ignoranza. Ora principio a credere che siete pazzo davvero.

Giacinto. Ma lasciatemi stare. Le vostre parole feriscono più di uno stile.

Madamigella. Ascoltatemi.