Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/241

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Corallina. La fame supera la vergogna. Ma come mai alo fatto a despegnar la velada? Arlecchin che voleva da mi el felippo, da chi mai l’averalo trovà? Son curiosissima de saverlo. Tante: nualtre donne semo tutte cussì curiose.

SCENA VI.

Lelio e detta.

Lelio. Eccomi a voi, mia bella.

Corallina. Oh, no la me diga bella, se la vol che disna.

Lelio. Avete notato quei due termini concubinati assieme: (Mia bella?

Corallina. Cossa mo vol dir?

Lelio. Che siete bella, e siete mia.

Corallina Do spropositi un più grando dell’altro.

Lelio. Che siate bella, lo dicono anche i muti, lo vedono anco i ciechi. Che siate mia, l’ha detto e confermato il vostro genitivo paterno.

Corallina. Chi èlo sto mio genitivo paterno?

Lelio. Quello che vi ha concepita.

Corallina. Mia mare m’ha concepio.

Lelio. Voglio dire quello che ha eccitato il vostro concepimento.

Corallina. Mi no v’intendo una maledetta.

Lelio. Ah barbara! Voi mi volete scompaginare.

Corallina. Mo parleme schietto, se volè che v’intenda.

Lelio. Vi parlerò colla lingua sul labbro. Voi siete la mia unica sposa.

Corallina. Da quando in qua?

Lelio. Questo è succeduto fra le sedici e le diciassette.

Corallina. Senza che mi lo sappia?

Lelio. Vostro padre non ve l’ha specificato?

Corallina. Mio pare xe morto.

Lelio. Oh cieli! Morto il vostro primogenito?

Corallina. El mio primogenito?

Lelio. Morto il signor Pantalone?