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308 ATTO TERZO

SCENA VI.

Don Alonso e detti.

Alonso. Si può venire?

Rosaura. Eccolo, eccolo: mi rallegro.

Beatrice. Come è andata? Quanti morti? Quanti feriti?

Alonso. Tutti sani, per grazia del cielo.

Beatrice. Non avete combattuto?

Alonso. No, signora.

Beatrice. Mi pare impossibile.

Rosaura. Ecco: io ho detto la verità. I nemici si sono ritirati, non è vero?

Alonso. Oibò; v’ingannate.

Corallina. Sicchè dunque sarà come ho detto io. Lor signori hanno alzato la gambetta.

Alonso. Voi pensate male.

Rosaura. Dunque perchè siete tornati indietro?

Alonso. Sei miglia di qua lontano arrivò un corriere. Il generale fece far alto. Lesse il dispaccio, indi, fatto fare all’esercito mezzo giro a dritta, ci ha fatti retrocedere alla città.

Beatrice. E non vi è nessuno morto, nessuno ferito?

Alonso. Signora no.

Beatrice. Mi pare impossibile.

Corallina. Il corriere avrà portata la nuova che gl’inimici si ritiravano.

Alonso. Eh, pensate voi se tai notizie si portano dai corrieri! Egli è spedito dal Gabinetto.

Rosaura. Si sa che cosa contenesse il dispaccio?

Alonso. Non si sa.

Beatrice. L’attacco sarà seguito fra gl’inimici e quel corpo de’ vostri che guarda la montagna.

Alonso. Non è possibile. Il generale spedì subito un distaccamento di cavalleria, ordinandogli di evacuare quel posto.

Corallina. (Giuocherei la testa che sono fuggiti; dice così per riputazione). (da sè)