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I PUNTIGLI DOMESTICI 327

Lelio. Non li pagate del vostro.

Ottavio. Non li pago del mio?

Lelio. No, signore. Vi è la mia parte, vi è la dote di mia madre e quella di mia sorella.

Ottavio. Voi non sapete che cosa vi dite.

Lelio. È vero: non so nulla; ma da qui innanzi i fatti miei li vorrò sapere ancor io.

Ottavio. Sciocco!

Lelio. Signore zio, non sono un ragazzo.

Ottavio. Temerario!

Lelio. La discorreremo1. (Lite, divisione, risarcimento. Me l’ha detto il dottor Balanzoni. Così non si può vivere. Egli è un buon procuratore; mi assisterà). (da sè, parte)

SCENA IV.

Il Conte Ottavio e poi Brighella.

Ottavio. Impertinente! Ti farò pentire d’avermi perso il rispetto.

Brighella. Illustrissimo, el signor Pantalon de’ Bisognosi vorria riverirla.

Ottavio. Padrone! Che cosa hai, che sembri spaventato?

Brighella. So sior nevodo m’ha fatto un poco de paura.

Ottavio. Che cosa dice?

Brighella. El m’ha vardà con do occhi de basilisco. E po el m’ha dito sta bagattella: se mio zio non ti manda via, ti romperò le braccia.

Ottavio. Se lo farà, sarà peggio per lui.

Brighella. Sarà pezo per mi, e no per lu. Lustrissimo, piuttosto che abbia da succeder sto caso, no so cossa dir, anderò via.

Ottavio. Fa che venga il signor Pantalone.

Brighella. La servo. Se el me rompe i brazzi...

Ottavio. Finiscila.

Brighella. (Cospetto del diavolo, avanti che el me rompa i brazzi, l’averà da parlar con mi). (da sè, parte)

  1. Le parole di Lelio, che qui seguono, non si trovano nell’ed. Pap.