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150 ATTO PRIMO

Fausto. Signora, vi prego, non andate in collera.

Violante. Quando si tratta di me, posso sperare che tutti si contentino, fuori di voi.

Fausto. Eppure, credetemi, niuno più di me vi rispetta e vi ama.

Violante. Bell’amore! contraddirmi sempre.

Fausto. Questo è un effetto della mia sincerità...

Violante. E questa è un’insolenza che voi mi dite. Se mi contraddite per effetto di sincerità, dunque sono una bestia, che merita di essere contraddetta.

Fausto. Ma! pur troppo è così. Chi non sa fingere, non sa regnare.

Violante. Oh! con me chi finge regna per poco. Sono ignorantissima, caro don Fausto, ma ho talento che basta per distinguere il vero dal falso.

Fausto. Voi distinguerete dunque da quello degli altri il mio cuore.

Violante. Sì, lo conosco. Un cuore... così... un cuore fatto di carne.

Fausto. Ah! non avete poi coraggio di dirne male.

Violante. Nè voi potete dolervi di me. Non potrete dire ch’io non vi abbia sempre dati dei chiari segni della mia più tenera parzialità.

Fausto. Ma il vostro confidente non sono io.

Violante. Perchè non volete esserlo. (con alterezza

Fausto. Sarà come dite voi. Non voglio che il giustificarmi vi offenda.

Violante. Ecco qui. Io ho questa composizione che da tutti mi si vorrebbe rubare con ansietà dalle mani, e voi non vi curate nemmen di vederla.

Fausto. Non mi avete fatto l’onore di comunicarmela.

Violante. E che? ho da pregarvi che la leggiate?

Fausto. Se aveste piacere ch’io la leggessi, fareste con me quello che avete fatto cogli altri.

Violante. Se voi aveste caro di leggerla, me la chiedereste con un poco più di premura.

Fausto. Via, signora, favoritemela.

Violante. Oh caro! che bella grazia! Favoritemela. Pare che me la chieda per farmi una carità.