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326 ATTO PRIMO
L’altra minaccia e sgrida chi presto non risponde.

Guardate se trovaste per me qualche partito.
Gioacchino. Casa vorrete dire.
Rosa.   O casa, ovver marito.
Gioacchino. S’io fossi di altra etade accetterei l’impegno;
Ma far queste fatture per altri non mi degno.

SCENA XI.

Madama Saixon sulla loggia, e detti.

M. Saixon. Con chi ciarli? (a Rosa)

Rosa.   Gioacchino dee rendere un ventaglio;
Prendendolo, temea commettere uno sbaglio.
M. Saixon. Prendilo, ch’egli è mio.
Rosa. (Cala il cesto)Calerò giù il cestino.
Gioacchino. Eccolo. (mette il ventaglio nel cesto)
Rosa.   Un’altra volta vieni un po’ su, carino.
(sotto Voce a Gioacchino)
M. Saixon. Lo vide mio marito? che disse? gli è piaciuto?
Gioacchino. Disse ch’egli era bello, ma inver non l’ha veduto.
M. Saixon. Non l’ha veduto, e il loda? Mi burla e mi deride?
Questa sua flemma indegna è quella che mi uccide.
Voglio stracciarlo in pezzi. (straccia il ventaglio)
Rosa.   Signora, oh che peccato!
M. Saixon. Or che mi son sfogata, lo sdegno mi è passato.
(si ritira)
Rosa. Gioacchino, ti saluto. Ricordati di me.
Gioacchino. Son troppo ragazzetto; non sono ancor per te.
Rosa. Voglimi bene, e cresci, che io ti aspetterò.
Gioacchino. Quando sarò cresciuto, allor risponderò. (entra in bottega)
Rosa. A costo di aspettare, voglio pregare il cielo,
Che in sposo mi conceda un uom di primo pelo.
(si ritira)