Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/209

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doni avesse taciuto, questo silenzio in perfetto accordo con l’indole sua amante del quieto vivere non avrebbe provocato in noi stupore, né a lui meritato rimprovero. Invece l’avere nella propria famiglia l’avversario più fiero del Goldoni non gl’impedì la giusta ammirazione del teatro goldoniano e l’amicizia per il riformatore. Ne son prova tanti luoghi delle sue opere — più significativi gli articoli bellissimi della Gazzetta sui Rusteghi e sulla Casa nova — frequenti accenni nelle sue lettere e la parte da lui presa in favore del Nostro a quelle curiose scaramucce che nella teatromane Venezia settecentesca si combattevano a foglietti volanti (cfr. Poesie veneziane di G Baffo, C. Goldoni e G. Gozzi sulla commedia «Il filosofo inglese» ecc. Ven., 1861). L’appoggio d’uomo sì autorevole fu balsamo benefico alle offese inferte al G., di che la bellissima dedicatoria resta documento eloquente e simpatico. Ci sfuggono le ragioni per le quali nel volume XVII dell’edizione Pasquali la lettera di dedica non accompagna più la commedia. L’omise lo stesso Gozzi, cui erano affidate le cure dell’edizione (Mem., P. II, e. XLVI)? Ma curò davvero anche gli ultimi volumi il letterato allora quasi settuagenario e bersagliato da tante sventure proprio negli ultimi della sua vita? Il libraio Molini di Parigi al Roland che nel giugno del 1779 gli fece chiedere il vol. XVII del Pasquali, rispose che non pareva neanche stampato e che c’era scarsa probabilità d’averlo prima di cinque o sei mesi (Le mariage de Madame Roland. Trois années de correspondance amoureuse, 1777 -1780. Paris, 1896, pp. 106, 116), e forse non venne a luce che assai più tardi.

E. M.

L’Impostore fu stampato la prima volta l’anno 1754 nel t. VII dell’ed. Paperini di Firenze, e fu subito ristampato a Bologna (Pisani ’54?; Corciolani IX, ’54) a Pesaro (Gavelli VII, ’54) a Venezia (Bettinelli VIII, ’55) a Torino (Fantino e Olzati IX, ’57). Uscì ancora, più tardi, a Venezia (Savioli XII, ’72; Pasquali XVII, 78?; Zatta cl. 2.a, IV, ’90; Garbo XIV, ’98) a Torino (Guibert e Orgeas I, 74) a Lucca (Bonsignori XX, ’90) a Livorno (Masi XXI, ’91) e forse altrove nel Settecento. - La presente ristampa seguì principalmente il testo più fedele del Paperini. Valgono le solite avvertenze.