Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/62

Da Wikisource.
56 ATTO SECONDO
Vederla disperata per causa dell’eunuco,

È cosa che da ridere farebbe ad un sambuco.
E quando della schiava in vece si offeriva,
Guardando un po’ don Peppe, da rider mi veniva.
Baronessa. Appunto con tal donna l’autor preso ha dei sbagli.
Son savie, son matrone le vecchie dei serragli.
Meglio doveva gli usi esaminar dei popoli.
Vi sono dei serragli anche in Costantinopoli.
Madama. L’autor di quei di Persia dipinto ha il ver costume.
Dai viaggiatori ha preso norma, consiglio e lume;
E accordano i migliori, che sono tai custodi
Esperte nell’inganno, maestre delle frodi.
Marchesa. E quando quella vecchia discorre del caffè,
E fa da semplicista senza saper perchè?
Madama. Lo fa, perchè ad Alì vuol dar trattenimento.
L’autor ve l’ha innestato per suo divertimento.
È ver che si poteva ancora farne senza;
Ma prendersi un poeta può ben questa licenza.
Peppe. E poi lo fa la vecchia, perchè è una linguacciuta,
Che entrar volendo in grazia, per ogni via s’aiuta.
Che parla d’una cosa che a lei non disconviene.
Rosimena. Oh caro quel don Peppe! oh come parla bene!
Baronessa. Condannano poi molto di Fatima l’amore.
Dicono che non puossi accendere in poche ore.
E dicon che sia falsa l’ipotesi galante,
Che fosse innamorata pria di veder l’amante.
Madama. Chi parla in guisa tale, mostra che le sia oscura
La condizion di donna chiusa fra quattro mura.
L’unico ben di donna in Oriente è lo sposo,
E tanto di ottenerlo è il di lei cuore ansioso,
Che quando l’Europea principia a essere amante,
L’amor nell’Orientale divenuto è gigante.
Rosimena. Viva Madama, e viva.
Marchesa.   E poi, che donna strana,
Che donna indiavolata è mai la schiava Ircana?