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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/103

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IL CAVALIER GIOCONDO 97
Cavaliere. Birbante, disgraziato, famoso mercadante.

Fatto schiavo in Algeri, vestito col turbante,
Corsaro di Marocco, di Tunisi bassà,
Che ha mercanzie in Levante, che ha doppie in quantità.
Che in Tunisi una donna dal serraglio ha levato.
Così foss’egli vero, t’avessero impalato.
A me frottole tali? a me? Sai tu chi sono?
Gianfranco. Ah signor Cavaliere, vi domando perdono.
Possidaria. Come, signor marito?
Cavaliere.   Razzaccia malandrina!
Madama. Acchetatevi tutti, che vien la pellegrina.

SCENA VIII.

Fabio con Lisaura, e detti.

Fabio. Signore, eccola qui.

Cavaliere.   Ah, ci siete venuta!
Lisaura. Gianfranco, soccorretemi.
Gianfranco.   Siete già conosciuta.
Lisaura. Son femmina onorata.
Cavaliere.   Ben bene, si vedrà.
Madama. Gianfranco v’ha sposata?
Lisaura.   Un dì mi sposerà.
Madama. Qua, signor Cavaliere, ci va del vostro onore,
Se vedonsi da voi partir con mal-odore.
Per rimediare in parte a simile insolenza,
Fate che si maritino alla vostra presenza.
Cavaliere. Presto alla mia presenza si faccia il matrimonio,
Il mio mastro di casa serva di testimonio.
Madama. Cosa avete in contrario? (a Gianfranco e Lisaura)
Gianfranco.   Per me ne son contento.
Finora per Lisaura soffrii qualche tormento.
Ella non mi voleva...