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282 ATTO SECONDO


Grisologo. Sì signore. Sachespir, celebre autore inglese, ha fatto la Vita e la morte di Riccardo terzo Re d’Inghilterra.

Roccolino. Sachespir? (a Grisologo)

Grisologo. Si signore.

Roccolino. Bravo, me ne rallegro infinitamente.

Policastro. Sentite che testa? Io non sapeva nemmeno che Sachespir fosse stato al mondo. (a Roccolino)

Grisologo. Zitto, signori, per carità.

Policastro. Zitto. (forte, poi cava dalla veste da camera qualche pasta dolce, e va mangiando.)

Grisologo. Atto primo, scena prima.
La moglie di Cromuel e la sua cameriera.

Moglie. Stelle! dov’è lo sposo? ahi, che in romita cella
     Agito l’ali in vano misera rondinella!
     Ei del Tamigi oppresso vendica i torti e l’onte;
     Bagna di sangue il fianco, e di furor la fronte;
     Ed io fra le tempeste vivo nell’ozio infido,
     Qual peregrin, che il mare stassi a mirar dal lido.

Roccolino. Bravo, bravo. Me ne rallegro infinitamente.

Policastro. Ah? (maravigliandosi mangiando)

Leonide. Io non capisco niente.

Felicita. (E Grilletta non si vede). (da sè)

Ridolfo. Gran bei versi!

Mario. Perdoni, signore. Quell’ozio infido non mi pare ci cada a proposito.

Grisologo. Quell’epiteto è incastrato con arte, signore, per far risaltare il verso che seguita.

          .     .     .     .     .     .     .     .     .      Ozio infido,
Qual peregrin, che il mare stassi a mirar dal lido.

Roccolino. Oh bravo! me ne rallegro infinitamente.

Mario. E poi, perdonatemi. Per commedia lo stile è troppo elevato.

Policastro. Eh! (con disprezzo, mangiando)

Grisologo. Sì signore, è elevato, ma non è sempre così. Sentite ora.

Serva fedel mia cara, d’amor dammi una prova.
Cerca lo sposo mio. Dimmi dov’ei si trova.