Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/547

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LA SPOSA SAGACE 539
Barbara.   Vattene via, vien gente.

Mariano. Se mi fa questo torto...
Barbara.   Vattene, impertinente.
Mariano. Pazienza, quest’è il premio che a ben servir si aspetta.
Ma so donde proviene; maladetta Lisetta. (parte)

SCENA IV.

Donna Barbara, poi Lisetta.

Barbara. Levandogli la scatola a un male ho provveduto.

Ma con un don maggiore sarà riconosciuto.
Lisetta. Vengono i cavalieri; eh ben, signora mia,
La scatola?
Barbara.   L’ho avuta. (mostra la tabacchiera)
Lisetta.   Vuol ch’io la metta via?
Barbara. Mettila nel burò.
Lisetta.   Me la potria donare.
Barbara. E poi?
Lisetta.   Oh, non la vedono. (Vo’ farlo disperare).
Barbara. So che avrai più giudizio.
Lisetta.   Oh, non ve dubbio alcuno.
La serro nell armadio, non la vedrà nessuno.
Io non ne faccio pompa, non fo come Mariano.
(Morirà di veleno, se me la vede in mano). (da sè, e parte)

SCENA V.

Donna Barbara, poi il Duca ed il Cavaliere.

Barbara. Lisetta è quella sola, di cui posso fidarmi...

Eccoli; ad un cimento son costretta a provarmi.
Duca. Sono ai vostri comandi.
Cavaliere.   Son qui per obbedirvi.
Barbara. Favorite, signori; gran cose io deggio dirvi.