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LE DONNE DI BUON UMORE 267


Mariuccia. Sentite? Il vecchia è in sala; poco può tardar a venire.

Silvestra. Andiamo di là a concludere queste nozze.

Costanza. Questo è quello che preme a me pure. Ma se mio padre vede qui la tavola apparecchiata, vorrà sapere che cosa è stato.

Cavaliere. Andate, andate, signore mie; fidatevi di me; penserò io a tirarvi fuori d’ogni imbarazzo. Sentite. (si ritira a parlar piano con Mariuccia.)

Silvestra. Andiamo, caro, che ad essere consolati ci manca poco. (al Conte)

Conte. Questo è quello che io spero. (verso Costanza)

Costanza. Questo è quello che io desidero. (verso il Conte, e tutti tre partono.)

Leonardo. Noi ce ne potressimo andare a casa. (a Felicita)

Felicita. Pensate voi, se io voglio perdere il fine di questa scena. Dirò, come diceva quello: ora viene il buono. (parte)

Leonardo. Gran donne! non si saziano mai. Voglio restarvi anch’io; voglio veder se mi riesce di condurla a casa stasera. Son cinque notti, che dormo solo. (parte)

Dorotea. Volete che ce ne andiamo? (a Pasquina e Battistino)

Pasquina. Sicuro! Voglio che beviamo il caffè. (parte)

Battistino. Se lo beve Pasquina, lo voglio bevere anch’io. (parte)

Dorotea. Sì sì, ho mangiato tanto, mi farà bene allo stomaco, (parte)

Cavaliere. Avete inteso? (a Mariuccia)

Mariuccia. Ho inteso tutto; eccolo il vecchio. Vado subito, perchè non mi vegga. (parte)

SCENA XI.

Il Cavaliere, poi Luca, e Servitori che bel bello vanno sparecchiando la tavola.

Cavaliere. Voglio divertirmi con questo vecchio. (si cava il giustacore, e si mette una salvietta dinnanzi, ed una beretta in capo, ad uso di cameriere di osteria.)

Luca. Chiamo, e nessun mi risponde. Che cosa è questa novità? Capperi! si è fatta una bella cena! Ed io non l’ho da sapere?