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46 ATTO SECONDO

Ridolfo. Ma se sta per accomodarsi... (a Fabrizio)

Fabrizio. Non vi ha da essere accomodamento. Il signor Conte vuol essere servito da lei, e con chi crede vossignoria aver che fare? Col primo cavaliere dello Stato Romano: che ha feudi con padronanza assoluta, ch’è conosciuto da tutta l’Europa, e stimato e venerato da principi e da potentati.

Roberto. Basta, basta, signor Fabrizio. Non mi mettete in ridicolo.

Fabrizio. Parlo con ogni rispetto. So quel che dico, e la verità s’ha da dire.

Flamminia. (Andate, che si fa tardi). (a Ridolfo)

Ridolfo. Con vostra permissione. Vado per ritornare tra poco. (a Fabrizio, e parte)

SCENA IV.

Flamminia, Fabrizio e Roberto, poi Succianespole.

Fabrizio. Grand’uomo! grand’uomo! Si chiamerà contento di lui. (a Roberto)

Roberto. (Dica quello che vuole, io non voglio far una lite per dargli gusto).

Flamminia. E così, signore zio, non vi siete mutato?

Fabrizio. Mi muterò. Voglio andare in cucina a lavorar per il mio padrone:1 il signor conte d’Otricoli. Dica: gli piace la salsa verde?

Roberto. Sì signore, mi piace.

Fabrizio. Bene, si farà la salsa verde per il mio padrone. Dica: gli piace lo stufato?

Roberto. Anzi moltissimo.

Fabrizio. Si farà lo stufato per il mio padrone. Succianespole.

Succianespole. Signore.

Fabrizio. Lo stufato e la salsa verde per il mio padrone.

Succianespole. Gnor sì. (parte)

  1. Così L’ed. Zatta. Nell’ed. Pasquali qui c’è il punto fermo, forse per errore, in luogo della virgola.