Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/606

Da Wikisource.
602
Giustiniano. Scelga Teodora il suo supplizio, e mora

Di veleno, o di ferro.
Teodora.   E l’uno e l’altro
Son lieve pena al mio crudel delitto, ecc.
nota
Bellisario. Se troppo è il chieder mio superbo e ardito,
Alla mia cecità, Signor, perdona.
Di questo don ti prego ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Odimi, Giustinian, m’oda Bisanzio. (in Trono
E Teodora e Filippo io voglio assolti.
Questo l’unico fia regio comando,
Che Bellisario a suoi vassalli impone.
Filippo. (Oh fortuna!)
Teodora.   (Oh pietade!)
Antonia.   (Anima grande!) ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Giustiniano.   E Giustiniano
Ch’oggi è vassallo ad obbedire insegni.
Adoro il tuo comando.
Bellisario.   Ora mi spoglio ecc. (scende
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Addio, Corte superba; addio, Bisanzio;
Cesare, addio; pregoti sol che voglia ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Filippo.   Pietoso eroe, (s’inginocchia a Bellisario
Filippo a piedi tuoi perdon ti chiede.
Teodora. E Teodora al tuo piè piagne il suo fallo.
Bellisario. Amici, d’ogni oltraggio io già mi scordo ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
...Non lo temer: diran, che fosti giusto
Una colpa a punir; diran ch’io fui ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     


IL FINE.