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ZOROASTRO 379
Sa che per donna infida freme il mio core e langue.

Semiramide. Povero sventurato!
Nicotri.   Tu prendi amore a gioco,
Tu che ti senti ognora disposta a cangiar foco.
Semiramide. Regola amor nostr’alme, siamo incostanti a forza,
Quando il destin talvolta a delirar ci sforza.
Tu confessar dovresti più di ciascuna il vero,
In faccia alle violenze di un guardo lusinghiero.
Nicotri. Se sciogliere tentassi il cor dai lacci indegni,
Tu somministri il modo; tu l’incostanza insegni.
Semiramide. Plausibile è il pretesto, quando diletta e giova;
E il cambiamento è giusto, se quest’eroe l’approva.
Nino. No, non approvo, ingrata, scordar l’affetto primo:
Mancar altrui di fede vil trattamento estimo.
Barbara, su te cada il più feral destino.
Semiramide. Perchè meco tant’ira? (a Nicotri
Nicotri.   Riscaldasi per Nino.
Semiramide. Nino?
Nino.   Sì, l’infelice che vive in questo seno,
Benché lontan, mi dice: ardo di sdegno e peno.
La perfida Semira per ambizion m’inganna:
Quella che fu mio nume,1 crudele è mia tiranna.
Volubile, incostante, donna di fè nemica,
Per un desio novello scordò la fiamma antica.
Son dallo sdegno acceso, son dal dolore oppresso.
Semiramide. Guarda se non rassembra ch’ei parli per se stesso.
(a Nicotri
Nicotri. Tutto può l’amicizia.
Semiramide.   È ver, chiaro si vede
Che il saper di Nicotri ogni sapere eccede.
E giurerei ben anco che Zoroastro stesso
Tanto sa, quanto apprese col dimorarti appresso.
Nicotri. Mi dileggi, Semira?
Semiramide.   No, non sarei sì ardita.

  1. Nel testo la vìrgola è dopo crudele.