Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/190

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soltanto nel 1754 (F. Mandò, Il più prossimo precursore di C. Goldoni - Jac. Ang. Nelli, Firenze, 1904, pp. 108-109 e Toldo, p. 336), mentre fin dal 1743 si cantava a Firenze un Ipocondriaco, “commedia per musica” in tre atti, del maestro Lironi. Anche il Bertati scrisse nel 1774 il Principe ipocondriaco, per il teatro di S. Moisè di Venezia, musicato dal maestro Astarita (Toldo, 447-448 e Ulderico Rolandi, Il librettista del “Matrimonio segreto - Giovanni Bertati, Tricase, 1926, pp. 93-94).

Ma il Goldoni stesso, prima nel 1750, in un abbozzo di commedia dal titolo I flati ipocondriaci (v. pref. della Donna vendicativa, vol. IX, p. 473), recitata dalla compagnia Medebach nel teatro di Sant’Angelo, e poi nel Vecchio bizzarro, fatto rappresentare nel carnevale del 1754 a San Luca (vol. X), dovette ricordarsi del suo intermezzo giovanile. Se ne ricordò più ancora allorchè nella primavera del ’54, a Bologna, l’infaticabile commediografo fu assalito fieramente dai vapori ipocondriaci che lo tormentarono per molto tempo (Mémoires, P. II. ch. 22; e pref. dell’Impostore, vol. XI, p. 117 e del Torquato Tasso, ivi, 410); se ne ricordò dipingendone gli effetti in un personaggio del Medico Olandese, nel 1756 (v. Nota storica del Maddalena, in vol. X e Arturo Castiglioni, C. Goldoni medico, in Rivista Teatrale Italiana, 1 sett. 1913 e nel vol. intitolato Il volto d’Ippocrate, Milano, 1926).

A proposito del travestimento di Melinda in chimico, non ripeterò quello che già dissi a proposito dei finti medici nella nota della Pupilla: solo qui non si tratta di finzioni per amore, anzi l’ottima consorte vorrebbe avvelenare (nientemeno!) il noioso marito. Nella seconda parte Melinda, povera e pentita, per farsi perdonare da Ranocchio, si trasforma in sensale da matrimoni: il ricordo di Molière cessa e sparisce la pittura dell’ipocondriaco. Torna a mente il teatro dell’Arte, dove ricorre tra gli scenarii antichi un Sensale di matrimoni (v. Gibaldone Sersale, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, vol. II, num. 78). Una commedia ”ridicolosa“ di Domenico Balbi, edita a Venezia nel 1677, s’intitola Il primo Zane disgratiato mezano da matrimoni (v. Allacci e G. Caprin, in Rivista Teatrale Italiana, anno VIII, 1909, vol. 13, fasc. 4, pp. 209-210); forse è una stessa cosa con Bagatino disgratiato mezano de matrimoni, commedia stampata dal Lovisa. Ma il Goldoni stesso nel primo anno del suo accordo col Medebach, cioè nell’autunno del 1748, fece recitare a Sant’Angiolo una commedia scritta solo in parte, di cui non conosciamo che il titolo: Il sensale da matrimoni (vedasi il manifesto dell’ed. Paperini, t. I delle Commedie, Firenze, 1753, rist. da G. M. Urbani in Lettere di C. Goldoni, Venezia, 1880, p. 71; e pref. alla Donna vendicativa, vol. IX cit., p. 479). Ricordiamo poi Onofrio, nel Ricco insidiato (1758: vol. XVI).

Se nella prima parte, in mezzo alle volgarità e alle assurdità della farsa, non manca qualche lampo di spirito, nella seconda, tolta una punta satirica contro i facili costumi e l’arietta sulla scelta della moglie: ”La voglio di volto Nè brutto nè bello ecc. non v’è che insulsaggine. Nè realtà, nè caratteri, nè riso, nè versi, nè linguaggio: siamo fuori e lontanissimi dal regno dell’arte e dal Goldoni. Già lo Schmidbauer chiamò “rozzo e senza spirito questo Intermezzo (Das Komische bei Goldoni, München, 1906, p. 84). Pietro Toldo lo dice ”broché à la hâte, sans aucune étude sérieuse de