Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/389

Da Wikisource.

IL QUARTIERE FORTUNATO 387
Sì bella, sì amorosa,

Che mi fa tanta buona compagnia,
Che non ebbi l’eguale in vita mia.
(viene un Soldato e gli presenta un piccolo foglio
Cos’è questo? Ho capito.
Vuole in distaccamento
Il general ch’io vada:
Presto, dammi il cappello e la mia spada.
(il Soldato eseguisce
Ah Beliinda, Beilinda,
Mi spiace di lasciarti;
Ma conviene obbedir, non so che farti.
(s’incammina

SCENA II.

Bellinda e detto.

Bellinda. Dove, dove sì presto?

Roccaforte.   Addio, madama.
Vado in distaccamento;
Vado a’ posti avanzati.
S’io vivo, tornerò lieto e giocondo;
Se moro, ci vedremo all’altro mondo.
Bellinda. Oimè, voi mi lasciate?
Roccaforte. Di che vi lamentate?
Bellinda.   Ah, che m’avete
Promesso ognor d’amarmi,
D’esser fedele, e non abbandonarmi.
Roccaforte. Ebben, non ho adempito
A quanto vi ho promesso?
Fin che vi stetti appresso,
Vi ho serbato l’amor, la fede mia;
Ora vuole il dover ch’io vada via.