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LA VENDEMMIA 517
Rosina. Niente, niente.

Ippolito. Siete meco sdegnata?
Rosina. Sono mortificata.
Ippolito. Perchè?
Rosina. Perchè Cecchina...
Basta, non vuò parlare...
Ippolito. Cosa potete dir?
Rosina. Quella fraschetta
Vi fa la graziosetta, e so di certo,
Che fa all’amor segretamente a Berto.
Ippolito. Oh questo non lo credo.
Rosina. Non lo credete? Or ben, presto vedrete
Che tutt’oro non è quel che riluce,
Ippolito. Lo credo sì, ma dite:
Voi non fate all’amor, Rosina mia?
Rosina. Non mi passa nemmen per fantasia.
Ippolito. Ma un tantin d’amicizia...
Rosina. Ih che dite, signor, non ho malizia.
  Son fanciulla tenerella,
  Semplicetta, innocentina,
  E malizia in me non v’è.
  Ma un certo non so che,
  Mi pizzica, mi stuzzica,
  E fa balzarmi il cor.
  Toccate, sentite,
  Che salti che fa.
  Ah caro, che gusto,
  Che gioia mi dà. (parte
Ippolito. Oh quanto mai gustose
Son queste villanelle;
Costei non mi dispiace, ma Cecchina
Veramente è carina, e per lei sento
Che amor mi fa provar qualche tormento. (parte