Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/189

Da Wikisource.

LA SCUOLA MODERNA 181
Rosmira. Ma s’io l’abborro. Oh quanto

Bella è la libertà! Dono del Cielo
È questa, e chi la perde
Per stringersi in catene,
Perder merita ancor ogn’altro bene.
Di più, degli anni miei
Troppo tenero è il fior. Quando alle nozze
Così presto si va, presto svanisce
Nostra bellezza ancor, e senza questa
Ci abbandona ciascun, e ci detesta.
Doralba. Ma lo spirito è un pregio
Che non si perde mai. Questo supplisce
Alla beltà che manca.
Or basta, un tal pretesto
È inutile, Rosmira,
Per ricusar Belfior per vostro sposo.
Ergasto. (Oh decreto inumano!)
Rosmira. Un tal passo però...
Doralba.   Questo contrasto
Si termini fra noi... Venite, Ergasto.
Ma mesto mi sembrate.
Ergasto. (Spieghiam l’occulto ardore).
Voi togliete la pace a questo cuore.
Doralba. Io?
Ergasto.   Sì.
Doralba.   (Me fortunata!) E come?
Ergasto.   Oh Dio!
Siete troppo crudele all’amor mio.
Rosmira. (Ed in Ergasto amor per me si smorza).
Doralba. (Lo spirto finalmente ha una gran forza).
Ergasto. Di me pietade abbiate, e non prendete
Di vedermi morire il fier diletto.
Doralba. (Mi muove a compassione).
Tutto da me sperate.
Ergasto. Dunque otterrò colei che m’innamora?