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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/204

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196 ATTO SECONDO
Quando sono con voi da solo a solo.

Drusilla. Ma sì presto, signor...
Belfiore.   Via, conclusione.
Andiamo a far rogar la donazione.
Drusilla. Vengo subito, andiamo.
Ragazze, qui restate anche un pochino:
Divertitevi pur per il giardino.
(Mi preme di tirar il vecchio in rete).
Signor, quando volete.
Belfiore.   Eccomi pronto;
Se Drusilla è mia moglie, oh me beato! (parte
Drusilla. Chi non si sa aiutar, muore annegato. (parte

SCENA VI.

Lauretta e Ninetta.

Lauretta. Sorella, che volete che facciamo?

Ninetta. È meglio che cantiamo.
Lauretta. E che cosa cantar?
Ninetta.   Qualche duetto.
Lauretta. Senza compagnatura?
Ninetta.   E cosa importa?
Noi siam ragazze alfine,
E vi sarà qualche virtuosa vecchia
Che mostra di saperne, e canta a orecchia.
Lauretta. Dunque a orecchia cantiamo.
Chi ci sente, lo sa; non ne sappiamo.
  Spietato, oh dio! non tanto rigor.
  Oh dio! che pena, che rio dolor!
  Non v’è più crudele, crudele, di te;
  Non v’è più fedele, più fido di me.
  Va tra l’ircane belve, barbaro traditor;
  Va tra le crude belve, esercita il tuo rigor.
  Intanto io vado, io vado a morir. (parte