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BERTOLDO 287

SCENA IX.

Il Re ed Erminio.

Re. Or vanne, Erminio, dalle nostre spose:

Di’ lor che stian contente, (si alzano
Ch’oggi si partirà; che per godere
Non piccolo piacer, vengan con noi
A rimirar qui nel vicin contorno
Ritornar i Bertoldi al lor soggiorno.
Erminio. Obbedito sarete.
Oggi spero veder due spose liete.
Re. Sì, rendo grazie al Ciel, che dal mio petto
Questo novello affetto
Tutto alfin discacciai; e riconosco
La salute del cuor dall’amorosa
Molesta gelosia della mia sposa.
Per altro a poco a poco
Cresceami in sen, m’inceneriva il foco.
  Voi che il mio cor sapete1 (ad Erminio
  Quant’è in amor fedele,
  Dite alla mia crudele
  Ch’abbia di me pietà.
  (Se non la placa il pianto,
  Se non la calma il ciglio,
  S’accresce il mio periglio,
  Nè più mi crederà).
(parte con Erminio

SCENA X.

Campagna vasta con colline, sopra le quali vedesi la capanna degli Bertoldi.

Bertoldo, Bertoldino, Menghina e Cacasenno.

Bertoldo. Belle le mie campagne,

Care le mie castagne!
Contento a voi ritorno.

  1. A questo verso nelle edizioni Fenzo e Tevernin precede un altro: Finché bambino è amore, che fu soppresso nell’ed. Zatta perchè il senso non corre.