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14 memorie inutili


La persona rispettabile si eresse con maggior serietá dicendomi: — Sono tanti i personaggi illustri e maggiori di voi lacerati in quel libro temerario, i quali sorpassano, che dovete sorpassare anche voi. È stabilito e fissato dalla maturitá che non sia scritta linea in quest’argomento. Siete avvertito. Siate prudente.

L’ordine mi parve tiranno, ma siccome io non voleva abbandonare né la patria né i parenti né gli amici per andare a Stockholm a far porre alle stampe il mio opuscolo dal cavalier Fougt, mi raccomandai alle mie solite risa, lacerai i miei fogli, e usai quella prudenza che usavano i personaggi illustri.

Nulla ostante però alla politica austeritá minaccievole usata verso la mia penna obbediente, si vide sbucare un libretto scritto in Milano a’ dí 16 d’aprile dell’anno 1780 e stampato tra i Svizzeri, intitolato: Riflessioni d’un imparziale sopra la «Narrazione apologetica» di Pietro Antonio Gratarol.

Io mi sono sforzato a non voler credere che quel libro sia stato proccurato da alcuni de’ personaggi illustri i quali avevano fissato politicamente e filosoficamente di sorpassare in silenzio le sanguinose ingiurie grataroliane, quantunque alcuni elogi, poeticamente caricati in quel libro, mi facessero sospettare che ciò fosse. Egli mi fu mandato per alcuni momenti, forse per farmi leggere degli elogi che quell’opuscolo conteneva anche per me.

Ringraziai col cuore l’«Imparziale», ma rifiutai quegli elogi, prima perché io non li meritava, poscia perché erano tanto gravi, che dinotavano non avere lo scrittore alcuna cognizione del mio intrinseco carattere niente grave.

L’«Imparziale» non era informato de’ veri aneddoti a me relativi. Il suo libro era una confutazione riflessiva, non sprezzabile, ma mancante di calore, e soprattutto mancante affatto della grand’arte di farsi leggere, mancanza fatale nell’argomento di cui si trattava.

Fu deciso dal nostro universale, che non si prende incomodo d’occupar molto l’applicazione, che quell’opuscolo era una sciocchezza illeggibile, e fu condannato al gran buio della dimenticanza.

Questa condanna non aveva a far nulla con me. Pure chi avrebbe creduto che il nostro intelligente universale, salvi pochi