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198 memorie inutili


Furono beffeggiati come ignoranti, come goffi e come infermi di «pregiudizio» que’ pochi che esclamarono e risero sulle fantasticherie innumerabili delle mode caduche quasi ogni giorno, e furono giudicati stupidi, grossolani, spogli di buon gusto, di raffinatezza, di conoscimento, di penetrazione e di delicatezza nella mente e ne’ sensi. Tutte le donne e tutti gli uomini divennero tosto visionari sensatissimi. Si piccarono nel discernere e nell’inventare, e videro e trovarono infinite armonie e infinite discordanze immaginarie; infiniti agi, infiniti disagi, infiniti sapori immaginari e infinite insipidezze e depravazioni immaginarie nelle suppellettili, ne’ vestiti, ne’ colori, negli addobbi, nelle cucine, ne’ cibi, ne’ vini, nelle mense; si videro in tutti gli oggetti muti e insensati l’«eleganza» e l’«ineleganza», e sino gli orinali ed i canterelli furono degni d’essere qualificati coll’epiteto d’«eleganti». Ciò sia detto per la veritá e con quella sopportazione ch’oggi richiede il dire la veritá agl’infetti dal «pregiudizio» verace.

A tutti i sopraddetti «pregiudizi» scoperti, dileguati e atterrati da’ lumi penetrantissimi degl’innovatori, furono sostituiti i vantaggi che possono dare la irreligione, i riguardi perduti, la giustizia sovvertita, i tribunali posti in soggezione da un torrente di vizi facinorosi, i scellerati compianti ed incoraggiti, le immaginazioni riscaldate, i sensi aguzzati, il lussureggiare, lo sfogo di tutte le passioni, il lusso dominatore per una falsa necessitá infantata dalle fantasie sovvertite, le di cui conseguenze sono i violenti interminabili desidèri non bilanziati colla possibilitá, gl’inganni, i raggiri, le oppressioni, le mancanze della parola e della buona fede, le truffe, le ladrerie, i fallimenti, le angustie, gli universali turpi mercimoni della libidine, gli adultèri, i nodi maritali esacerbati e disgiunti.

Per tal modo, a forza d’usare il vocabolo «pregiudizio» verso tutto ciò che s’opponeva alle illecite voluttá, alla violenza, alle sfrenatezze, a’ garbugli, a’ sbilanci delle famiglie, a’ disordini della societá, al reale universale legittimo «pregiudizio», il genere umano s’è sommerso generalmente e volontariamente in un commiserevole «pregiudizio» che sembra irrimediabile, colla lusinga di guarire da’ «pregiudizi».