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310 memorie inutili

la di lui societá era fortunata, doviziosa abbastanza perch’egli potesse essere piú soccorrevole senza danneggiarsi.

Non dirò che il Sacchi sia disceso a riguardo mio all’equitá. Egli però, ad onta della scrittura firmata per degli anni parecchi, accrebbe centotrenta ducati circa all’anno alla giovine, col pretesto, verso a’ suoi sozi, di accordare uno spesato comico di tre lire per recita al di lei marito, ch’egli trovava piú capace nella professione e piú utile alla compagnia che non aveva creduto.

A tale condiscendenza, il Sacchi indirizzò verso a me queste parole: — Lei vedrá, signor conte, che al nuovo anno delle nuove lagnanze sul scarso stipendio saranno intuonate.

Egli diceva il vero. A dispetto d’ogni fissata convenzione, a misura che la Ricci si vedeva maggiormente applaudita dal pubblico e piú necessaria alla compagnia, cadeva nelle inquietezze ogn’anno, nelle minacce d’abbandonare i compagni e nelle pretese d’un maggior onorario.

In alcuni giorni ne’ quali era disobbligata delle sue ispezioni teatrali, me la faceva compagna e la conduceva meco pubblicamente a’ teatri d’opera, di commedia o a quelle decenti ricreazioni ch’ella mostrava di desiderare. Era padrona d’essere mia commensale nella mia abitazione col suo marito, ch’io trovai sempre utile, civile, dabbene e quel letterato ch’egli era. La di lei conversazione era vivace, modesta, e mi divertivano le sue imitazioni esattissime delle voci, de’ gesti delle comiche piú famose e d’altre persone.

Il di lei stato si avviava ad una congrua sussistenza. Siccome nel primo anno del suo ingresso in Venezia ella aveva presa a pigione una camera oscura, fetida, infelice, nel secondo anno s’era provveduta d’un picciolo albergo a pigione sopra se stessa, per maggior agio e maggior libertá.

È assai piú facile ch’io mi scordi se, nel corso di sei anni della mia buona amicizia, abbia dati de’ soccorsi alla sua povertá che non è facile ch’ella si scordi d’averli ricevuti. Ciò è dir molto, ma è dire una veritá che non è spoglia di ridicolo. Posso dire soltanto di non aver mancato mai a’ doveri