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338 memorie inutili


Il giorno successivo fui a visitare la Ricci: vi trovai il Coralli.

— Aprite quelle finestre — diss’io alla comare. — Perché? — rispos’ella. — Perché voglio affacciarmi — diss’io ridendo — e avvisare tutte le genti che passano ch’io sono qui da voi col Coralli, senza il menomo dispiacere ch’egli ci sia.

La conversazione fu lieta e sopra tutt’altro che sulla infantata gelosia.

Volli pranzare con la Rícci e col Coralli in quella medesima abitazione, e volli che la Ricci e il Coralli venissero a pranzare meco all’abitazione mia.

Mentre io seguiva a donare delle teatrali opere mie alla compagnia (delle quali opere non farò menzione, né de’ titoli né del contenuto con delle analisi e degli estratti, perché sono assai conosciute per la loro fortuna, dalla qual fortuna non pretendo di trarre la conseguenza che fossero buone) e mentre trattava la Ricci e il Coralli con domestichezza, espurgava me dalla gelosia voluta far credere dal Sacchi al Coralli per allontanarlo da quella giovine; ma accresceva nel vecchio l’interno dispetto, la rabbiosa gelosia e la brama di vendicarsi contro al Coralli.

Difatto, giunta fa novena del natale di quell’anno, tempo in cui i comici impresari cambiano e licenziano qualche attore o qualche attrice, fu dal Sacchi sonoramente licenziato il Coralli.

Ecco il Coralli da me a narrarmi la sua disgrazia e a raccomandarsi perch’io parlassi al Sacchi in suo favore.

— Io prevedeva questa vendetta — diss’io. — Quantunque per massima ferma non entri giammai negl’interessi intrinseci della condotta comica, parlerò al Sacchi; ma non ho cuore d’assicurarvi d’un buon effetto, perché m’è noto il perverso suo istinto.

Il caldaione delle comiche nimiche della Ricci e dei comici nimici del Coralli bolliva. Chi diceva che il Coralli era stato licenziato a mia contemplazione per la pratica che teneva con la Ricci; chi diceva ch’era stato licenziato per lo scandalo che dava alla compagnia con quella amicizia, ed altre fanfaluche turpemente sciocche quanto ridicole turpemente. Tutti erano santi fuori che il Coralli e la Ricci.

Trovai la comare afflittissima d’un tale avvenimento. Ella non