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372 memorie inutili

favorite dalla pubblica bontá, ed è per questo forse ch’Ella s’è formato di me un’idea vantaggiosa in questo argomento. Il mio comporre delle capricciose opere teatrali e la pratica ch’io tengo da molti anni con de’ comici, delle comiche, amici allegri e onorati, non è per me che una distrazione da’ pesi infiniti e molesti che, benché libero, porto volontariamente per la mia numerosa famiglia non molto fortunata. La prego dunque a perdonare al mio rifiuto dell’onore ch’Ella m’ha proccurato e ad iscusarmi presso a’ nobili suoi sozi del mio non accettare.

Non so quanto piacesse la mia ingenua risposta al signor Gratarol. Credo che molti tratti della mia sinceritá non gli andassero a sangue e che molti altri potessero da lui essere giudicati ironici. Nulla ostante egli seguí nella sua adulazione a me noiosa.

— Invero m’immaginava — diss’egli — ch’Ella non accettasse, vedendola di maniere pacifiche; ma almeno può farmi il favore di suggerire persona atta a tale uffizio.

— Crederei — diss’io — persona la piú a proposito il marchese Francesco Albergati, cavaliere dilettante appassionato e intelligente della materia teatrale. Egli è fatto omai abitante di Venezia, e accetterá volentieri l’impegno.

— Lo crede veramente capace? — seguí il Gratarol seriamente, come se si trattasse di cosa di gran rimarco. — Capacissimo — diss’io. — Mi dona dunque la libertá — seguí egli colla stessa ridicola serietá — ch’io proponga a’ membri della compagnia nobile il marchese Albergati come persona suggerita da lei? — Si serva pure — rispos’io quasi sbadigliando, tediato dal lungo dialogo sopra tale inezia.

Egli partí finalmente con un lago di complimenti e mostrandosi contento di me; ed io ringraziandolo con civiltá della sua visita e protestando che gliela averei restituita tosto che avessi potuto, rimasi contento davvero della sua partenza.

Fissato avend’io di non far novitá con la Ricci sino alla quaresima, durai bene della fatica a resistere nella mia fissazione di cautela.

Dopo il trattamento dato dal signor Gratarol, che veniva descritto monarchico, tutti i comici e tutte le comiche della