Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/285

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276 VEBBI DEBIVATI « ' (v. §. 254). PASSIVO. §. 532. Nel Passivo sanscrito si distinguono come nel latino: i) il Passivo proprio, nel quale il soggetto è soltanto paziente; 2) il Passivo riflessivo, in cui il soggetto è paziente e agente ad un tempo; 3) il Passivo impersonale, adoperato solo nella terza persona del Singolare. Tempi Speciali (v. §§. 258; 261, e scgg.). §• 333. Il Passivo de’ tempi speciali forma il suo tema con aggiugnere 7 alla radice, onde p. e. da ury, mangiare, gettare, 77, liberare, tì, condurre, si fanno i temi urei, g»I, #7. Ai così fatti temi si appiccano le desinenze dell’Atmanepado (v. §§. 262, 264, 265, 267) al modo che pei temi de’ verbi della Coniugazione I ( v. §. 268), sicché ne’ tempi speciali il Passivo viene ad essere in tutto simile ad un Atmanepado della classe 4 (v- §§• 258, 4; 271), dal quale però si differenzia nell’accento che pel Passivo cade sulla vocale vegnente dopo 7; onde p. e. da r? si ha nel Pres. Sing. r|? (p. 1), rrt (p. 2), R^ri (p. 3); Duale uren# (p. 1), urèiri (p. 2), ecc. pa