Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/29

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20 MUTAZIONI EUFONICHE. §• 20. In sanscrito, fuor del discorso, i nomi si pigliano sotto la nuda forma di temi e i verbi di radici. Di più, la grammatica, oltreché dello flessioni trattando ancora della formazione e derivazione specialmente de' temi nominali e verbali, dee raddurro alla lor radice i temi primitivi e a questi i derivati. Ma siccome questi temi e radici, sì nelle formazioni e derivazioni o sì ancora nelle flessioni, possono variamente modificarsi, massime per cagion d'eufonia, così a poterne ravvisar di leggeri le forme assolute nou basta l’aver dimestichezza coi suffissi e colle desinenze, ma bisogna eziandio conoscere le varie mutazioni eufoniche a cui soggiacciono le lettere finali delle radici e dei temi nel combinarsi colie iniziali di essi suffissi e desinenze. Senonchè in sanscrito queste mutazioni di lettere non han luogo soltanto nel mezzo di vocaboli così semplici come composti, il che vedesi ancora intervenire p. c. nella lingua latina e più spesso nella greca (cf. v. g. scripsit = scrib -+- sit, vectus = veli -+- tus, nix — nic = tiiv -+- s, coltulus — con = cum -+- latus, 'Apx<p — Apxx ~ Afirf -+- t, — Spi* = tpif -+- i», nuWF/w — su».+. Xi/w, ecc.), ma possono eziandio seguire fra più parole di una sentenza o d’un verso, le quali per via di tali combinazioni eufoniche s’accozzano tra di loro così strettamente, che vengon, quasi per un'intrinseca virtù coesiva, a formare come di più parti un tutto. Delle cosiffatte passioni fonetiche ragionano le regole cadenti sotto questo capo, nelle quali, quanto alle mutazioni che seguono in semplici vocaboli, vale a diro dinanzi a suffissi e desinenze, non si parla se non delle più o men generali, riserbate le particolari a’ loro luoghi, nelle parti in cui si tratta delle flessioni, formazioni e derivazioni. s§. 21 — 65 Mutazioni eufoniche in semplici vocaboli, cioè principalmente : i) fra la parte fondamentale e un siiffisso primario od anche secondario se quest'ultimo cominci da vocale o da n; 2) fra la radice od il tema e le desinenze; 3) di consonanti in fin di vocabolo. vocali. §. 21 • vi ed un dinanzi a vocale: 1) 0 si elidono, onde p. e. fùjH -+- urfar fa fgjnfhr gettano, -+- v fùj? gettomi, e