Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/29

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L’alfabeto si divide in lettere vocali e in lettere consonanti. Le vocali sono così dette perchè si profferiscono con semplice suono della voce, mediante apertura di bocca più o men larga, senza assistenza di denti, di labbra, o di lingua; le consonanti non si possono pronunziare senza l’intervenzione di una vocale; che così significa la parola consonante, cioè sonante con la vocale; e l’effetto principale di questa è prodotto dalla lingua, da’ denti, e dalle labbra.

lettere vocali

a, e, i, o, u.

Cinque sono i segni indicanti le lettere vocali, le quali nulladimeno sono sette in fatto; perciò che, sì come la differenza da una vocale all’altra dipende in parte dalla maggiore o minore apertura della bocca, così se ne potrebbero nominar sette, per il doppio suono prodotto dalle vocali e, o. Quindi si dividono queste due in strette e larghe; dicendosi larga l’e in petto e l’o in corpo, per la maggior apertura di bocca, che non bisogna in mente e in colpo; nelle quali due voci l’e e l’o sono strette.

Havvi anche la lettera j, la quale da chi si usa ancora, e da chi è stata abbandonata, come inutile; io l’ho tolta del mezzo delle parole. V’è una sottile differenza in vero tra il suono della i in maniera, smania, infortunio, e quello della j in gioja, alleluja, librajo; ma questa differenza si sente egualmente usando l’i, per la ragione che, in questo caso, sta sempre tra due vocali; e, nel pronunciarsi, si stacca affatto da quella che la precede, per gittarsi in grembo di quella che la segue. Co-