Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/361

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334 ìfe/ Segretario Fiorentino, possano profittare al lettore as^ sai pià^ che tutti quanti i precetti un grammatico potesse 9enir ripetendo, e che le occupazioni grammaticali sieno frivole. Frivole sodo per chi frivolemente te le espone. Se tre colali si sono smarriti nell’uso di quelle due preposizioni, egli è ben segno che chi non vovA ragionare come facciamo noi 9 e penetrare Tintimo senso delle cose, andrà sempre a tastone, e sempre avrà la noia del dubbio. E ben pare che il Perticari avesse sentore di qualche cosa di erroneo in quelle sue espressioni, da che produsse quel testo del Decamerone in sua giustificazione; ma non poteva discernere ove fosse l’errore per difetto della analisi delle idee. Quando io pubblicai il manifesto, nel quale era questo cenno dello errore che il Perticari e il. Monti fanno non di rado in simili locuzioni, il che è ancora a me cosa inconcepibile come, dopo tanto leggere che essi debbono aver fatto i classici, non se ne sieno mai accorti, furono alcuni letterati che m* avvertirono mi guardassi dal troppo facilmente condannare due cotali scrittori; perciò che l’espressione è a dire non è malagevole a trovarsi anche nei Tre, non che negli altri* Questo cel sapevamo anche noi, e ne daremo qid varj esempj; ma non ve ne sono già nel senso di si debbe bisogna. Le espressioni è da biasimar e ^è da ritornare ^non è da correre dinotan do^re o bisognare^ perciò si può dire egualmente si debbe biasimare^ bisogna ritornare^ nonbi’ sogna correre; il verbo essere seguito dalla preposizione da e da un infinito esprime dunque dovere o bisognare; ora mi si truovi un solo esempio in cui essere ^ seguito dà a e da un infinito, esprima un tal senso, e allora io me ne ricrederò*.. Ma die ricredere! Io dico che, se io errassi in j