Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/400

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373 ho avvertire^ non essendo ana cosa capace di ricerere av • Tertimento* La Crusca avrebbe ben dovuto tralasciare il significato nmUro ma ha defioito beoe dicendo aver rocchio^ perchè awertire derivando da advertere, vertere ad^ cioè volgere a^ Tanalisi della prima espressione viene ad essere 9 bisogna vertere^ cioè volgere te medesimo o la mente a una cosai e [^analisi della seconda: io volgo te Mo esame di una cosa onde si vede pienamente che il verbo avvertire in amendue i casi fa il medesinoo officio; e che in quello di av* vertire una cosa il vero oggetto del verbo è sottinteso. Finalmente «il Monti cita il verbo ciòare, al quale la Crusca ha posto per esempio il verso di Dante: Questi non ciòerà terra nè peltro e per provare che in questo esempio il verbo ciòare è attivo e non neutro^ comincia col dire che qui è adoperato non già nel senso di nutrire^ ma di nu-trirsi^ che il Lombardi ha torto di chiamarlo neutro, perciiè egli equivale bensì al neutro ciòarsi^ ma il suo andamento è attivo^ perchè porta seco l’accusativo terra epeltro e finalmente dichiara che qui ciòare è della stessa natura che pascere^ a cui tcmto nelf italiano che (cioè quanto) nel lattino è data^ oltre la significazion neutrale ^anche l’attiva di due maniere^ cioè pascere per mangiarci e pascere per dm^ mangiare^ ex» f^v. pascer le erbe^ e pascer le gregge! £ che sorta di argomentare è questo? È attivo o neu« tro? è pascere? è mangiare? nutrire? che? Equivale al neutro* ma il suo andamento è attivo! Tutto è incertezza, tutto confiisione, perchè è falso lo fondamento. Concedesi in tutte le lingue, per la licenza grammaticale detta ellissi^ che si possano sottintendere nel discorso delle parole; levando le quali, esce la frase del comune per lo laconismo 4