Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/405

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378 M»Dìe notte ^Nj}jiyA riceroandOè B. a. Così lungo tornate ris^ andau^^Z. Conobbe il principe la grandezza delt Ofiimo della sua figliuola* B, Senza dire alcuna cosa, AS BUTTAVA la morte. B« In tutti questi Mempj il preterito dipota ^sione possibile edessere <;oatÌDuataj ma però chesipoò rappresentare aa* azione cofittnaante «lel tèa»po al quale uqo riferiace, e si pi|ò rappresentare finita e oorepiuta, quindi degli eseiupj esposti alcuni verbi sono neirimperfetto, e alcuoi nel perfet-> to» Nel. primo esempio il Petrarca Rappresenta se iiel tempo passato andante; e perciò T esprìme con l’imperfetto; nel secondo racconta solo quel che fece e terminò* La coooscensa è cosa che si continua; pure»’ nel terzo esempio, cono^ scere è in perfettoi perchè srgoifica^co/^er^i^ in quello; e così il verbo aspettare del quarto esempibi che disegna azione Mntinuata, potrebbe esseàre nel perfettOt aspettò^ se TAutore non dimostrasse la per^ond aspettante^ ma raccontasse pui* quelito che fece;. onde si vede che sovente questi due tempi dipendono dall* intenzione di phi parla* I • Pia Sfolte già per dir le labbra apersi. P. ^. Tre dì gli cniAMAi ^ poi eh* e^ fut morti* D. 3. Poi che egli EBBE aperto Puiciuoloj itide colui che starnutito avesHz, e aneora starnuiiva.’B. 4* Ear^ilo ebbe nome* D. 5. Uomini FUMMO i edor sem fatti sterpi. D«6* Dille chi tu fosti. D. La quarta circostanza che abbiam detto influire aopra il perfetto e l’impèrfeUo, à la determinazione del tempo. Nel primo esempio, quantunque Tatto di aprire le labbra sia ripetuto, il verbo ò nel perfetto, a cagione delle parole più scolte determinanti il tempo» Per determinare il tempo^