Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/460

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433 Nè lo spirito nè il g«QiO«nel modo che si vedono usa« ti neoclassici scrittori italiani, non sono facoltà operanti; ma che sentono e si manifestano agli occhi altrui; la mente e Piogegno operano» Il Firenzuola: Trista memoria^ doloroso ingegno; e il Davanzati; PercJiè portas^a bene le ambascia^ te de" soldati, per lo pronto ingegno. £ se vuoi meglio yedereia differenza di questi due vocaboli, trovala neli* Uo^ mo di lettere del Bartoli, che ne trarrai utile e piacere. Mezzi per modi^ sottigliezze^ o di che. V interesse particolare è fertilissimo di mezzi con cui eludere le proibizioni. Questa voce mezzo è usata nel singolare solo come nome; ella è tolta dairaggettivo, il quale sempre si può scorgere per l’analisi; e significa strumento medio o via media tra Toperante e Tazione, fra il supplicante e il supplicato; e in questo ultimo senso solo si trova anche nel plurale: Vedete da^er mezzo con gli Otto. G. S’io non aveva mezzo col governatore ecc. / grandi e il popolo lo ringraziarono di tanta carità j senza ambizione^ mezzi, o preghi. Dav. Ma nel modo che l’u$a il Monti, eccolo: Lasciami chiamare il mio servitore, qualche modo troverà egli. F. Ma se io tento di togliere questo vocabolo al parlar volgare, io corro pericolo d’esser fischiato. Che, mi diranno, non s* avrà più ad aprir bocca, che non si cada in un gallicismo? Come supplire a queste locuzioni: Non ha mezzi da vivere; non ha mezzi da mantenere la famiglia; non ha mezzi da fare una lite; è senza mezzi, che tutto di ci occorrono? Io non mi do ad intendere di potermi oramai opporre alla inondazione de* gallicismi nella lingua che si parla, che sarebbe forse matta impresa; ma nello scrivere ce ne ab/