Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/514

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48? turate opere sono passate dagli uni agli altri ignoranti qua si perpetuamente^ e che niuno s^i fu il quale a guisa di trofeo non vi lasciasse dentro alcun suo costrutto, o alcuna sua locuzione plebea. Dove sono i due punti ci volevan altrettante virgole; e le parole per la prodigiosa moltiplicazione degli esempla-ri e a guisa di trofeo essendo incidenti, debbono esser chiuse tra virgole; e un punto e virgola dopo positimmente. I punti interrogativo ed esclamativo si fanno intendere da se per la loro denominazione. Le parentesi si usano a chiudere un pensiero che occorre alla mente all’atto e nel mezzo della proposizione, il quale non si possa legare con le parole della medesima, o per cui le due virgole non bastino a comandare una pausa saflicientee un differente tuono di voce; per esempio: Niuno altro sussidio rimase che o la carità degli amici (e di questi f UT pochi )j oTamrizia de" serventi. Le parentesi nondimeno sono diventate di minor uso che non si faceva, e si supplisce a quelle con le virgole. Non si vuole anche tener sospeso chi legge con troppi incisi in modo che si perda il filo della proposizion principale e si faccia confusion d’idee^come si scorge nel seguente periodo del Boccaccio: E perciò che la gratitudine^ secondo che io credo^ tra C altre virtù è sommamente da commendare^ e il contrario da biasimare^ per non parere ingrato^ ho meco stesso proposto di volere^ in quel poco che per me si può j in cambio di ciò che io ricevetti^ e se non a coloro che me àtarono^alli quali per awentura^per lo lor senno a per la loro buona ventura^ non abbisogna, a quegli almeno cC quali fa bisogno^ alcuno atteggiamento pre