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344 QUADERNO 3 (xx) agli interni? Cosa significa il fatto che gli italiani leggono a preferenza gli scrittori stranieri? Che esso subisce l'egemonia degli intellettuali stranieri, che esso si sente legato più agli intellettuali stranieri che a quelli na2Ìonali: che non esiste in Italia un blocco nazionale intellettuale e morale. Gli intellettuali non escono dal popolo, non ne conoscono i bisogni, le aspirazioni, i sentimenti diffusi, ma sono qualcosa di staccato, di campato in aria, una casta cioè. La quistione deve essere estesa a tutta la cultura popolare o nazionale e non al solo romanzo o alla sola letteratura: il teatro, la letteratura scientifica in generale (scienze propriamente dette, storia ecc.): perché non ci sono in Italia dei tipi di scrittori come Flammarion? la letteratura divulgativa in generale francese. Tradotti, questi libri stranieri, sono letti e ricercati. Dunque tutta la classe colta, con la sua attività intellettuale è staccata dal popolo, dalla nazione, non perché il « popolo- nazione » non abbia dimostrato e non dimostri di interessarsi a queste attività intellettuali in tutti i suoi gradi, dai più infimi (romanzac- ci d’appendice) ai più elevati, tanto vero che ricerca i libri stranieri, ma perché l’elemento intellettuale indigeno è più straniero degli stranieri di fronte a questo popolo-nazione. La quistione non è d’oggi: essa si è posta fin dalla fondazione dello Stato italiano: il libro di R. Bonghi ne è documento3. Anche la quistione della lingua posta dal Manzoni4 riflette questo problema, il problema dell’unità morale della nazione e dello Stato, ricercato nell’unità della lingua. Ma la lingua è strumento® esterno e non necessario esclusivamente dell’unità: in ogni caso è effetto e non causa. Scritti di F. Martini sul teatros: tutta una letteratura. In Italia è mancato il libro popolare, romanzo o d’altro genere. Nella poesia dei tipi come Béranger e tutti i chansonniers popolari francesi. Tuttavia ce ne sono stati, individualmente, e hanno avuto fortuna. Guerrazzi ha avuto fortuna e i suoi libri hanno continuato ad essere pubblicati fino a poco tempo fa. Carolina Invernizio è stata letta, sebbene fosse a un livello più basso dei Ponson e dei Montépin. Mastriani è stato letto. (Ricordo un articolo di Papini sulla Inverni- zio pubblicato nel «Resto del Carlino» durante la guerra, mi pare, verso il 1916: non so se ristampato in qualche raccolta-libro. Mi pare che il Papini scrivesse qualcosa di interessante su questa onesta gallina della letteratura, appunto notando come la Invernizio si facesse leggere dal popolo. Si potrà vedere in qualche bibliografia di Papini la data di questo articolo o altre indicazioni: forse nella bibliografia pubblicata nel saggio del Palmieri6). Il popolo legge o si interessa in altro modo alla produzione letteraria. Diffusione dei Reali di Francia e del Guerrin Meschino specialmente nell’Italia meridionale e nelle montagne. I Maggi in Toscana: gli argomenti trattati dai Maggi sono tratti dai libri e dalle novelle di carattere popolare: la Pia dei Tolo- mei ecc. (deve esistere qualche pubblicazione sui Maggi e una registrazione approssimativa degli argomenti che trattano). “Nel ms una variante interlineare: «modo»