Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/637

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630 QUADERNO 5 (ix) § ( 101 >. I nipotini di padre Bresciani. Filippo Crispoltì. Uno dei documenti più brescianeschi del Crispolti è l’articolo La madre di Leopardi nella «Nuova Antologia» del 16 settembre 1929 \ Che dei puri eruditi, appassionati anche delle minuzie biografiche dei grandi uomini, come il Ferretti, abbiano cercato di «riabilitare» la madre del Leopardi, non fa meraviglia: ma le allumacature gesuitiche che il Crispolti sbava sullo scritto del Ferretti, fanno ribrezzo. Tutto il tono è ripugnante, intellettualmente e moralmente. Intellettualmente perché il Crispolti interpreta la psicologia del Leopardi con Ì suoi «grandi dolori» giovanili (certamente suo è il manoscritto inedito di memorie cui si riferisce due volte) per essere povero, cattivo ballerino e noioso conversatore: paragone ripugnante. Moralmente perché il tentativo di giustificare la madre del Leopardi è meschino, cavilloso, gesuitico nel senso tecnico della parola. Davvero che tutte le madri aristocratiche dei primi del secolo xix erano come Adelaide Antid? Si potrebbero portare documenti in contrario a profusione e anche l'esempio del D’A- zeglio non serve, perché la durezza nelPeducazione fisica per avere dei soldati, è ben diversa dalla secchezza morale e sentimentale: quando il D’Azeglio bambino si ruppe il braccio e il padre lo indusse a tenere nascosto il male una notte intera per non spaventare la madre, chi non vede quale sostrato affettuoso famigliare è contenuto nell’episodio e come 50 bis ciò doveva | esaltare il bambino e legarlo più intimamente ai genitori? (Questo episodio del D’Azeglio è citato in un altro articolo dello stesso fascicolo della «Nuova Antolo- $ già», Pellegrinaggio a Recanati, di Alessandro Varaldo)2. La difesa della madre del Leopardi non è un puro fatto d’erudizione curiosa, è un elemento ideologico, accanto alla riabilitazione dei Borboni, ecc. I § ( 102 ). Letteratura italiana. Contributo dei burocratici. Ho scritto già una nota su questo argomento osservando quanto poco scrivano Ì funzionari italiani di ogni categoria, intorno a ciò che costituisce la loro specialità e la 1930-1932: