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1390 QUADERNO II (XVIII) nuove concezioni del mondo? In questo processo di diffusione (che è nello stesso tempo di sostituzione del vecchio 19 e molto spesso di combinazione tra | il nuovo e il vecchio) influiscono, e come e in che misura, la forma razionale in cui la nuova concezione è esposta e presentata, l’autorità (in quanto sia riconosciuta ed apprezzata almeno genericamente) delPespositore e dei pensatori e scienziati che l'espositore chiama in suo sostegno, l’appartenere alla stessa organizzazione di chi sostiene la nuova concezione (dopo però essere entrati nell’organizzazione per altro motivo che non sia il condividere la nuova concezione)? Questi elem realtà variano a seconda del gruppo sociale e del livello culturale del gruppo dato. Ma la ricerca interessa specialmente per ciò che riguarda le masse popolari, che più diffìcilmente mutano di concezione, e che non le mutano mai, in ogni caso, accettandole nella forma «pura», per dir cosi, ma solo e sempre come combinazione più o meno eteroclita e bizzarra. L a-razionale, logicamente coerente, la comple- tezza del ragionamento che non trascura nessun argomento^ qualche peso, ha la sua importanT re decisiva: essa può essere de- ositivò za, ma e cisiva in via subordinata condizioni di crisi uando ersona data e già in ^ondeggia tra il vecchio e il a perduto la fede nel vece nuovo cisa per il nuovo ecc. Cosi si può dire per l’autorità dei pensatori e scienziati. Essa è molto grande nel popolo, ma di fatto ogni concezione ha i suoi pensatori e scienziati da porre innanzi e l’autorità è divisa; inoltre è possibile per ogni pensatore distinguere, porre in dubbio che abbia proprio detto in tal modo ecc. Si può concludere che il processo di diffusione delle concezioni nuove avviene per ragioni politiche, cioè in ultima istanza sociali, ma che l'elemento formale, della logica coerenza, l'elemento autoritativo e l'elemento organizzativo hanno in questo processo una funzione molto grande subito dopo che l’orientamento generale è avvenuto, sia nei singoli individui che in gruppi numerosi. Da ciò si conclude però che nelle masse in quanto tali la filosofia non può essere vissuta che come una fede. Si imma- ^inijlgLrestQJa posizione intellettuale di un uomo del po-