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1744 QUADERNO 14(1) §(76). Passato e presente (continua il penultimo §) (... ) genere (che del resto era relativa anche nel passato, in cui il carattere più evidente era quello del «privilegio legale»). Trattando l'argomento è da escludere accuratamente ogni [anche solo] apparenza di appoggio alle tendenze « assortiste» e ciò si può ottenere insistendo sul carattere «transitorio» (nel senso che non fa epoca, non nel senso di «poca durata») del fenomeno. (A questo proposito è da notare come troppo spesso si confonda il «non far epoca» con la scarsa durata «temporale»; si può «durare» a lungo, relativamente, e non «fare epoca»; le forze di vischiosità di certi regimi sono spesso insospettate, specialmente se essi sono «forti» della altrui debolezza, anche procurata: a questo | proposito sono da ricordare le opinioni di Cesarino Rossi1, che certo erano sbagliate «in ultima istanza», ma realmente avevano un contenuto di realismo effettuale). Il parlamentarismo « nero » pare un argomento da svolgere con certa ampiezza, anche perché porge l'occasione di precisare i concetti politici che costituiscono la concezione «parlamentare». I raffronti con altri paesi, a questo riguardo, sono interessanti: per esempio, la liquidazione di Leone Davidovi non è un episodio della liquidazione « anche » del parlamento « nero » che sussisteva dopo l'abolizione del parlamento «legale»? Fatto reale e fatto legale. Sistema di forze in equilibrio instabile che nel terreno [parlamentare] trovano il terreno «legale» del loro equilibrio «più economico» e abolizione di questo terreno legale, perché diventa fonte di organizzazione e di risveglio di forze sociali latenti e sonnecchianti; quindi questa abolizione è sintomo (o previsione) di intensificarsi delle lotte e non viceversa. Quando una lotta può comporsi legalmente, essa non è certo pericolosa: diventa tale appunto quando l'equilibrio legale è riconosciuto impossibile. (Ciò che non significa che abolendo il barometro si abolisca il cattivo tempo).