Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/387

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1890 QUADERNO 16 (xxil) cienze e la superficialita e quindi diventano diffidenti per sistema. Un’altra osservazione del Macaulay è da ritenere: egli riferisce una sentenza di Eugenio di Savoia, il quale diceva che più grandi generali erano riusciti quelli che erano stati messi d un tratto alla testa dell’esercito e quindi nella necessità di pensare alle manovre grandi e complessive2. Cioè chi per professione è diventato schiavo delle minuzie si burocratizza: vede l’albero e non più la foresta, il regolamento e non il piano strategico. Tuttavia i grandi capitani sapevano contemperare 1 una cosa e l’altra: il controllo del rancio dei soldati e la grande manovra ecc. Si può ancora aggiungere che il giornale si avvicina molto 30 I all’oratoria e alla conversazione. Gli articoli di giornale sono di solito affrettati, improvvisati, simili, in grandissima parte, per la rapidità dell’ideazione e dell’argomentazione, ai discorsi da comizio. Sono pochi i giornali che hanno redattori specializzati e, d’altronde, anche l’attività di .questi e in gran parte improvvisata: la specializzazione serve per improvvisare meglio e più rapidamente. Mancano, special- mente nei giornali italiani, le rassegne periodiche più elaborate e ponderate (per il teatro, per l’economia, ecc.); i collaboratori suppliscono solo in parte e, non avendo un indirizzo unitario, lasciano tracce scarse. La solidità di una cultura può essere perciò misurata in tre gradi principali: a) quella dei lettori di soli giornali; b) quella di chi legge anche riviste non di varieta; c) quella dei lettori di libri, senza tener conto di una.grande moltitudine (la maggioranza) che non legge neanche i giornali e si forma qualche opinione assistendo alle riunioni periodiche e dei periodi elettorali, tenute da oratori di livelli diversissimi. Osservazione fatta nel carcere di Milano, dove era in vendita «Il Sole»: la maggioranza dei detenuti, anche politici, leggeva «La Gazzetta dello Sport». Tra circa 2500 detenuti si vendevano, al massimo, 80 copie del «Sole»; dopo la «Gazzetta dello Sport» le pubblicazioni più lette erano la «Domenica del Corriere» e «Il Corriere dei Piccoli». È certo che il processo dell’incivilimento intellettuale si è svolto per un periodo lunghissimo specialmente nella for-