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2026 QUADERNO 19 (x) in tempi recenti però l’esistenza di un problema acuto del bracciantato nella valle padana era dovuta in parte a cause «extraeconomiche»: 1) sovrapopolazione che non trovava uno sbocco nell’emigrazione come nel Sud ed era mantenuta artificialmente con la politica dei lavori pubblici; 2) politica dei proprietari che non volevano consolidare in un’unica classe di braccianti e di mezzadri la popolazione lavoratrice, alternando alla mezzadria la conduzione ad economia servendosi di questo alternare per determinare una migliore selezione di mezzadri privilegiati che fossero i loro alleati (in ogni Congresso di agrari della regione padana si discuteva sempre se conveniva meglio la mezzadria o la conduzione diretta ed era chiaro che la scelta veniva fatta per motivi di ordine politico-sociale). Durante il Risorgimento il problema del bracciantato padano appariva sotto la forma di un fenomeno pauroso di pauperismo. Così è visto dall’economista Tullio Martello nella sua Storia deWInterna- zionale, scritta nel 1871-72, lavoro che occorre tener presente perché riflette le posizioni politiche e le preoccupazioni sociali del periodo precedente28. La posizione del Ferrari è indebolita poi dal suo « federalismo» che, specialmente in lui, vivente in Francia, appariva ancora più come un riflesso degli interessi nazionali e statali francesi. È da ricordare il Proudhon e i suoi libelli contro l’unità italiana combattuta dal confessato punto di vista degli interessi statali francesi e della democrazia29. In realta le principali correnti della politica francese erano aspramente contrarie all’unità italiana. Ancora oggi i monarchici (Bainville e C.)30 «rimproverano» retrospettivamente ai due Napoleoni di aver creato | il mito nazionalita- rio e di aver, contribuito a farlo realizzare in Germania e in Italia, abbassando cosi la statura relativa della Francia che «dovrebbe» essere circondata da un pulviscolo di staterelli tipo Svizzera per essere «sicura». Ora e proprio sulla parola d’ordine di «indipendenza e unità», senza tener conto del concreto contenuto politico di tali formule generiche, che i moderati dopo il 48 formarono il blocco nazionale sotto la loro egemonia, influenzando i due capi supremi del Partito d’Azione, Mazzini e Garibaldi,