Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/664

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i934: americanismo e fordismo 2165 creati da alcune aziende per controllare la «moralità» degli operai sono necessità del nuovo metodo di lavoro. Chi irridesse a queste iniziative (anche se andate fallite) e vedesse in esse solo una manifestazione ipocrita di «puritanismo», si negherebbe ogni possibilità di capire l'importanza, il significato e \& portata obbiettiva del fenomeno americano, che è anche il maggior sforzo collettivo verificatosi finora una coscienza mai vista nella storia, un tipo nuovo di lavoratore e di mo. La espressione «coscienza del fine» può sembrare per lo meno spiritosa a chi ricorda la frase del Taylor sul «gorilla ammaestrato»3. Il Taylor infatti esprime con cinismo brutale il fine della società americana: sviluppare nel lavoratore al massimo grado gli atteggiamenti macchinali ed automatici, spezzare il vecchio nesso psico-fisico del lavoro professionale qualificato che domandava una certa partecipazione attiva delPintelligenza, della fantasia, dell'iniziativa del lavoratore e ridurre le operazioni produttive al solo aspetto fisico macchinale. Ma in realtà non si tratta di novità originali: si tratta solo della fase più recente di un lungo processo che si è iniziato col nascere dello stesso industrialismo, fase che è solo più intensa delle precedenti e si manifesta in forme più brutali, ma che essa pure verrà superata con la creazione di un nuovo nesso psico-fisico di un tipo differente da quelli precedenti e indubbiamente di un tipojjuperiore. Avverrà ineluttabilmente una selezione forzata, una parte della vecchia classe lavoratrice verrà spietatamente eliminata dal mondo del lavoro e forse dal mondo tout court. Da questo punto di vista occorre studiare le iniziative «puritane» | degli industriali americani tipo Ford. È certo 37 che essi non si preoccupano dell'«umanità», della «spiritualità» del lavoratore che immediatamente viene schiantata. Questa «umanità e spiritualità» non può non realizzarsi che nel mondo della produzione e del lavoro, nella «creazione» produttiva; essa era massima nell'artigiano, nel «demiurgo», quando la personalità del lavoratore si rifletteva tutta nell'oggetto creato, quando era ancora molto forte il legame tra arte e lavoro. Ma appunto contro questo «urna-