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2198 QUADERNO 23 (vi) fore e di riferimenti culturali francesi ecc., è culturalmente | più francese che italiano. Per l’indirizzo nazionale-popolare dato dal De Sanctis alla sua attività critica, è da vedere l’opera di Luigi Russo: Francesco De Sanctis e la cultura napoletana, 1860-1885, Ed. La Nuova Italia, 1928 9 e il saggio del De Sanctis La Scienza e la Vita10. Si può forse dire che il De Sanctis abbia fortemente sentito il contrasto «Riforma-Rinascimento», cioè appunto il contrasto tra Vita e Scienza che era nella tradizione italiana come una debolezza della struttura nazionale-statale e abbia cercato di reagire contro di esso. Ecco perché ad un certo punto si stacca dall’idealismo speculativo e si avvicina al positivismo e al verismo (simpatie per Zola, come il Russo per Verga e Di Giacomo). Come pare osservi il Russo nel suo libro (cfr la recensione di G. Marzot, nella «Nuova Italia» del maggio 1932) «il segreto dell’efficacia di De Sanctis è tutto da cercare nella sua spiritualità democratica, la quale lo fa sospettoso e nemico di ogni movimento o pensiero che assuma carattere assolutistico e privilegiato (...}; e nella tendenza e nel bisogno di concepire lo studio come momento di un’attività più vasta, sia spirituale che pratica, racchiusa nella formula di un suo famoso discorso La Scienzaa e la Vita » u. L’antidemocrazia negli scrittori brescianeschi non ha nessun significato politicamente rilevante e coerente; è la forma di opposizione a ogni forma di movimento nazionalepopolare, determinato dallo spirito economico-corporativo di casta, di origine medioevale e feudale. Cfr Quaderno 9 (xiv), pp. 31-34. § ( 9 ). I nipotini di padre Bresciani. Esame di una parte cospicua della letteratura narrativa italiana, specialmente degli ultimi decenni. La preistoria del brescianesimo moderno (del dopoguerra) può essere identificata in una serie di scrittori come: Antonio Beltramelli, con libri del tipo Gli Uomini Rossi, Il Cavalier Mostardo1 ecc.; Polifilo (Lu- • Nel ms: «La Scuola»